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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Mensa

Giorni e orari
Dal lunedì al sabato h. 9.30 – 13.00
Tel 079 4139730 E-mail: caritasturritana@libero.it

Di cosa si occupa

La mensa Caritas è sita in via Rolando 3b – aperta il 06 dicembre 1988 – garantisce un pasto caldo a chiunque ne faccia richiesta senza distinzione di nazionalità, razza, religione o sesso.Tutti gli ospiti sono invitati a fare un colloquio informativo con il Centro di Ascolto diocesano Caritas che rilascia un permesso gratuito e rinnovabile a chiunque sia in situazione di disagio. Il colloquio è motivato dalla necessità di rilevare e discernere i bisogni. Oltre a servire gli ospiti giornalieri la mensa è pronta a rispondere alle diverse, e talora impreviste, richieste delle Istituzioni per far fronte ad emergenze in occasione di eventi o situazioni particolari: condizioni meteorologiche avverse, indulto, sgombero di comunità Rom, ecc. La mensa si compone di due grandi sale: una per la preparazione del cibo (la cucina) e l’altra per la consumazione dei pasti; inoltre ci sono un ingresso attrezzato per l’accoglienza e due servizi igienici. La mensa è dotata di tutta l’attrezzatura necessaria, rinnovata nel maggio 2007 con apparecchiature nuove nella sua parte più importante (cucina, forno, lavastoviglie ecc.).

Organizzazione del servizio

Il servizio nel suo complesso si compone di due settori: la cucina e la mensa. Ambedue i settori si avvalgono dell’opera di volontari, in prevalenza donne, che prestano la loro preziosa opera, garantendo il buon funzionamento del servizio. Nella cucina operano due, tre cuoche che, oltre a cucinare, si occupano anche di coordinare l’approvvigionamento delle derrate alimentari. Per il funzionamento della mensa turnano circa 30 volontari che a rotazione assicurano le presenze giornaliere necessarie allo svolgimento del servizio. Tra i donatori spiccano i supermercati CONAD di Sassari che donano regolarmente con cadenza quotidiana tutte le derrate alimentari che per motivi vari non sono più adatte alla vendita – Il servizio si svolge durante la mattina, dalle ore 8,00 alle ore 13,00, ed assicura un pasto caldo tutti i giorni dal lunedì al sabato (la domenica e le festività religiose sono aperte le mense di Via Canopolo e di Via Turati, quest’ultima gestita dalle suore Vincenziane).

Da marzo 2020 (inizio lockdown nazionale per l’emergenza Covid-19) il servizio si effettua esclusivamente da asporto.

Gli ospiti

Opinione comune vuole che coloro che si rivolgono alla mensa della Caritas diocesana siano poveri. Certo…è vero! Ma poveri in che senso? Se è vero, come finalmente si comincia ad essere consapevoli, che “la povertà riguarda tutti” – sia perché siamo figli dello stesso Padre ma anche perché le vicende della vita possono far diventare povero chiunque – non possiamo esimerci dal rispondere a questa domanda. Molte sono le povertà e tra esse quella classica legata alla mancanza di soldi è sicuramente la meno presente. Vediamo allora di fare un sintetico elenco delle cause che possono determinare la povertà:

si è poveri se non ci è stata garantita la possibilità di studiare,
si è poveri se non si hanno le capacità psicofisiche per mantenersi un lavoro,
si è poveri se si perde il lavoro,si è poveri se si ha un handicap fisico,
si è poveri se si ha un handicap psichico,
si è poveri se si ha una dipendenza da qualsiasi sostanza,
si è poveri se si è immigrati senza carta di soggiorno,
si è poveri se si è costretti a chiedere asilo politico perché perseguitati nel proprio paese,
si è poveri se si ha soltanto una pensione di invalidità al minimo,
si è poveri se si è pensionati e divorziati,
si è poveri se si ha una malattia che non ci permette di mantenerci un lavoro,
si è poveri se nessuno ci ha insegnato a relazionarci con gli altri,
si è poveri se nessuno ci ha insegnato a gestire bene le nostre risorse economiche,
si è poveri se si è emarginati nella comunità in cui si vive.

Se questo ci sollecita a non lasciare soli i nostri fratelli più sfortunati occorre lasciarsi “educare nel cuore” dalla realtà che ci circonda in modo da non rimanere sordi e prepararci a dare risposte alle richieste di aiuto

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