Lo scorso mercoledì 24 aprile 2013 si è tenuto il Convegno Diocesano Fede e Carità. Relatore del Convegno è stato don LUIGI CIOTTI, fondatore di LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, da sempre impegnato nella promozione della legalità e della giustizia. Puoi rivedere il Convegno nella pagina YouTube della Caritas di Sassari
don Ciotti parte da Paolo VI racchiudendo in tre parole il percorso che dobbiamo intraprendere: amare/mondo/servire.
Abbiamo bisogno di conoscere, di evitare il peccato del sapere. Conoscere è responsabilità, scendere in profondità.
La speranza del cambiamento ha il volto degli esclusi, degli ultimi. Le politiche del nostro paese devono partire dagli ultimi, e nel vangelo il concetto sugli ultimi è chiaro. Le coordinate etiche e sociali ci vengono date dai poveri. Dobbiamo avere la capacità di scoprire, e di valorizzare, le cose belle che ci circondano. Non ci deve sopraffare lo sconforto, ma nessuno deve fuggire dal presente. La speranza ha il volto di chi fa più fatica. Da lì bisogna partire, dalle storie di queste persone. Soffriamo per le situazioni di povertà, ma c’è bisogno di speranza. Siamo chiamati a dare speranza. Serve stare insieme uniti, c’è bisogno di unità, del bisogno di tutti con i limiti di ciascuno.
don Ciotti prosegue con il concetto do povertà: "Dobbiamo dichiarare illegale la povertà. Ogni numero è un volto, una persona. L’esclusione che produce l’impoverimento ci fa sentire piccoli quando le persone bisognose ci cercano. Ognuno deve fare la propria parte, seppure con difficoltà. Mancano i soldi per le politiche sociali, per via della corruzione pubblica: vincono le lobby e i poteri forti. Dire no (trasformandolo in noi) alle mafie, alle corruzioni: no precisi ci inducono a dover conoscere.
Solo unendo le forze degli onesti, la richiesta di cambiamento diventa forza di cambiamenti. La corruzione è un peccato sociale: il corruttore ha sempre bisogno di un corrotto. La corruzione più che perdonarla va guarita (Papa Francesco). Il male non è solo di chi lo fa, ma anche di chi lo vede e non dice niente".
Riguardo i concetti su Fede e Libertà dice che la più grande privazione della persona umana è la libertà. Essa è un diritto dato da Dio. La nostra libertà va impegnata per liberare chi libero non è.
Qualche riflessione viene fatta sulla giustizia intesa come la prima via della carità. Il cristiano non deve obbedire all’ingiustizia e rimanerne indifferente.