Il Centro di Ascolto fa dell’ASCOLTO il suo MODO PROPRIO di SERVIZIO, è il luogo privilegiato in cui si intessono relazioni con i poveri. Il suo “fare” prevalente è l’ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno.
1) Presa in carico delle storie di sofferenza e definizione di un progetto di “liberazione”. 2) Orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze e una ricerca delle soluzioni più indicate e dei servizi più adeguati presenti sul territorio.3) Accompagnamento di chi sperimenta la mancanza di punti di riferimento e di interlocutori che restituiscano la speranza di un cambiamento, mettendo in contatto la persona con i servizi presenti sul territorio ed attivando tutte le risorse possibili. 4) Prima risposta per i bisogni più urgenti, sempre attraverso il Coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio .Il Centro di Ascolto diocesano non è sostitutivo di quello/i parrocchiale/i, vicariale/i, zonale/i ecc… e non assume alcun ruolo di delega da parte delle parrocchie. Piuttosto, svolge, al fianco del servizio ai poveri, un servizio di animazione della comunità cristiana espressa soprattutto dalle funzioni di sussidiarietà – rivolge il suo servizio a persone che vivono in condizione di povertà e ancora non hanno trovato accoglienza e ascolto nella comunità parrocchiale – e stimolo: svolge il suo servizio di ascolto in continuo dialogo con i Centri di Ascolto parrocchiali, vicariali o zonali e delle parrocchie.
Quale strumento pastorale che la comunità cristiana si dà per ascoltare in modo attivo coloro che si trovano in difficoltà, nella consapevolezza che in essi si manifesta in modo speciale la presenza di Cristo, il Centro di Ascolto diocesano di Sassari, segno concreto dell’attenzione privilegiata della Caritas diocesana verso i poveri, si pone i seguenti obiettivi:
formare gli operatori volontari; promuovere e accompagnare i Centri di Ascolto parrocchiali o zonali in collaborazione con il Laboratorio per la promozione delle Caritas Parrocchiali; raccogliere i dati utili all’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse che li elabora; essere vicino ai carcerati e ai loro familiari. L’esperienza degli scorsi anni consiglia di reperire dei locali, possibilmente in una parrocchia, dove in condizioni di massima riservatezza poter accogliere i familiari dei detenuti ed offrire un adeguato sostegno alle loro sofferenze.