Formazione base formativo 2011-2012
Articolato in tre moduli il percorso formativo è iniziato nel mese di ottobre ed è stato frequentato da una media di 110 persone. La formula proposta della replica è stata vincente, anche se organizzativamente molto faticosa, perché ha creato le possibilità di partecipazione a tutte le tipologie di esigenze professionali e familiari. Ogni incontro del sabato pomeriggio è stato replicato in un giorno feriale della settimana adiacente.
Ogni tappa ha avuto il momento di riferimento spirituale, quello applicativo e l’incontro/laboratorio di gruppi che ha permesso il confronto sugli argomenti proposti.
Le due ore di ogni incontro non sono state sufficienti per l’approfondimento, ma utili per incentivare la formazione personale che grazie alla documentazione messa a disposizione nel sito WEB della Caritas diocesana, può essere curata in ogni momento.
Nel primo modulo è stato proposto il tema del volontariato come stile di vita: come e dove farsi prossimo. Caterina Inglima, insegnante della scuola primaria, ha tracciato una carta d’identità del volontario facendo riferimento ai valori fondanti come la gratuità, l’attenzione alla dignità della persona, lo spirito di solidarietà, vissuti in un agire fondato sull’etica della responsabilità, l’etica del dono, l’etica dell’amore come servizio, della formazione permanente, l’etica della profezia e della speranza. Il volontario, dunque, visto come palestra di vita che vive la gratuità in ogni momento della propria vita.
Nel secondo modulo tutto è ruotato attorno alla domanda: chi è il prossimo? Povero, Chiesa, mondo. Antonello Spanu, responsabile di zona per la Sardegna dell’Associazione Papa Giovanni XXII, ha proposto una riflessione sui destinatari che la Caritas ha in virtù del suo statuto: i poveri da servire; la Chiesa, comunità da animare e coinvolgere, con la scelta preferenziale dei poveri; il territorio/mondo, nel quale ascoltare e leggere i segni da coltivare e valorizzare coi fatti. Condivisione è stata la parola chiave, intesa non tanto come fare il bene, quanto piuttosto come modo di essere con il povero, nella coscienza di essere popolo di Dio e la consapevolezza del “noi” fondamentale per l’azione educativa.
Nel terzo modulo l’attenzione si è spostata sull’essere Caritas: strumenti e metodi. Raffaele Callia, della Delegazione regionale delle Caritas della Sardegna e curatore dell’annuale Dossier regionale su povertà ed esclusione sociale in Sardegna, ha proposto un vero e proprio manuale nel quale oltre a dare il senso ai tre termini fondamentali: animazione, testimonianza e carità, si sviluppa la differenza tra “fare la carità” di pochi per pochi e l’”essere Caritas” di tutti con/per tutti.
Ogni tappa è stata ospitata da tre diverse parrocchie: San Paolo Apostolo, Sacro Cuore e Santa Maria di Pisa.
La formazione è oramai un elemento fondamentale imprescindibile per chi svolge un servizio nella Caritas.