IN ASCOLTO DI UNA PAROLA CHE LIBERA E RINNOVA LA VITA
Il vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che, entrato a Cafarnao, insegna nella sinagoga, e in questa sua giornata del tutto speciale, rivela la sua identità di maestro e salvatore. Attorno a Gesù si è creata una piccola comunità fatta da coloro che lui ha scelto, che lo accompagneranno nel suo cammino, e apprenderanno sempre più l’identità del loro maestro. Gesù compie il suo cammino incontrando le persone, ascoltandole, insegnando, liberando dal male e compiendo guarigioni. Gesù vive il giorno del sabato, il settimo giorno, andando alla sinagoga per i culto a Dio, ed è proprio quella l’occasione perché lui possa insegnare e annunciare il Regno di Dio. Le parole di Gesù e il suo insegnamento lasciano tutti stupiti: “egli insegnava loro come uno che ha autorità”.
Egli, incontrato un uomo posseduto dallo spirito immondo che grida, lo libera dalla potenza del male, manifestando così la sua identità di maestro di sapienza e liberatore dal male. Egli è il Figlio del Padre, la Parola fatta carne, e ogni sua parola ha la sua efficacia nel momento in cui viene pronunciata, perché ha la forza di Dio. Gesù rivela se stesso come salvatore, e viene rivelato anche dall’uomo posseduto: “Io so chi tu sei, il santo di Dio”. Per comprendere anche noi chi è Gesù, dobbiamo metterci in ascolto della sua Parola e contemplare il mistero di una parola che in noi diviene fatto, di una parola che Gesù pronuncia e che realmente ci libera dal male. La sua parola, diversa dalla parola di altri maestri e dottori, raggiunge l’intimo del nostro cuore e suscita in noi il desiderio di ascoltare, di fare discernimento e concede il cambiamento radicale della vita. Noi tutti abbiamo bisogno della Sua parola, che non è alternativa a tante altre parole vuote e insensate e illusorie, ma la sua parola è unica, necessaria, indispensabile per il nostro cammino di uomini e di credenti. Ancora oggi il Signore viene visto e percepito come uno che viene a rovinarci perché non condivide le nostre logiche di potere e sfruttamento dell’uomo, o del nostro voler vivere come se Lui non ci fosse. Dinanzi alle situazioni di povertà dell’uomo di oggi, e davanti allo scenario di un mondo stretto dalla morsa della pandemia, si rivela l’incapacità di camminare da soli. Abbiamo bisogno di tornare al Signore, di metterci in ascolto della sua parola e di invocare la guarigione del corpo e dello spirito, per diventare a nostra volta annunziatori di una parola che salva. Ogni parola accompagnata da gesti di amore e di prossimità, porta frutti di vita e di salvezza.
Fr Giuseppe Piga