it Italian
ar Arabiczh-TW Chinese (Traditional)en Englishfr Frenchit Italian
OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 22 novembre

Dal vangelo secondo Matteo
Mt 25,31-46

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:  Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo,  perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

CHIAMATI A RICONOSCERE CRISTO NEI FRATELLI PIÙ PICCOLI
 
Celebriamo la solennità di Cristo Re dell’universo, una festa che conclude il tempo dell’anno liturgico, e che rimanda la nostra attenzione alla conclusione del tempo e della storia e quindi al giudizio ultimo di Dio. Il brano del vangelo di questa festa, ci presenta il giudizio finale, a partire dalla nostra disponibilità e capacità di riconoscere e servire Dio nei nostri fratelli. La ricchezza della fede ricevuta nel battesimo, si esprime nell’amore per Dio e nell’amore per i fratelli, due dimensioni assolutamente necessarie che non possono essere divise l’una dall’altra. Il giudizio di Dio non sarà preceduto da una accusa o da un processo, perché sarà valutata e analizzata la nostra storia e le nostre azioni di prossimità nei confronti dei nostri fratelli e sorelle che hanno vissuto nella povertà, sofferenza e disagio. Il Giudice dividerà l’umanità tenendo conto di chi lo ha riconosciuto nel povero e chi non lo ha riconosciuto, chiamando gli uni alla sua destra e gli altri alla sua sinistra. La motivazione di questa separazione non sarà costituita da motivi teologici, ma dalla capacità di servire i fratelli e vedere in loro la presenza di Cristo:” ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, in carcere e siete venuti a trovarmi”. Saremo giudicati sull’amore e sulla nostra attenzione e cura nei confronti di chi era sofferente. Ogni volta che avremo sostenuto e accompagnato con cura, il cammino dei nostri fratelli più piccoli, lo avremo fatto a Gesù. I poveri e i sofferenti, presenti in ogni tempo della storia, sono per noi un continuo richiamo che mette alla prova la nostra fede. Ogni tempo e ogni luogo o situazione presenta forme vecchie e nuove di povertà, esattamente come il nostro tempo, coinvolto nella pandemia da coronavirus, e ancora oggi il Signore ci rivolge la parola del vangelo, invitandoci a riconoscerlo e amarlo e accoglierlo nei sofferenti dei nostri giorni e delle nostre città e strade. Quanto ancora ci coinvolge la parola di Gesù? Riconosciamo il Cristo nei fratelli poveri e piccoli e fragili che incontriamo sul nostro cammino? Cosa siamo capaci di mettere in gioco per sostenere la fatica dei sofferenti? Di cosa vogliamo privarci per loro? La Giornata del Povero, che abbiamo celebrato domenica scorsa, ci invita ad ascoltare, osservare, discernere le situazioni di povertà dei nostri fratelli, per porgere loro la mano, in segno di amore.

Fr. Giuseppe Piga

Condividi questo articolo