GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE
Oggi usciamo momentaneamente dalle nostre 4 abituali rubriche per parlarvi di un’altra tematica, cara alla Caritas in generale ma anche strettamente legata alle iniziative e ai progetti portati avanti dall’Ufficio Animazione. Questa domenica infatti sarà la Giornata Mondiale del Povero e noi ci teniamo a farvi riflettere su questa problematica, perché riteniamo che sia vicina a tutti, molto più di ciò che si crede. A volte infatti si pensa al povero come a qualcuno di lontano ed emarginato dalla società, ma la realtà è che spesso si tratta di qualcuno che abita accanto alla nostra porta e noi magari nemmeno ce ne accorgiamo. O semplicemente preferiamo voltare lo sguardo dall’altra parte, ritenendolo un problema scomodo e che non ci riguarda.
Vorremmo invece, attraverso le parole di Papa Francesco, farvi riflettere su quanto sia importante che ognuno di noi, nel suo piccolo, tenda la mano al prossimo, chiunque esso sia. Perché i bisogni sono tanti e di varia natura, non solo di tipo materiale ed economico. A volte è sufficiente una parola di conforto, mezz’ora passata a parlare insieme mentre si beve un caffè, l’aiuto nello sbrigare semplici faccende… A volte è sufficiente tendere la mano, rendendoci conto di quanto anche noi qualche volta abbiamo avuto bisogno di una mano tesa. E di quanto questa ci sia stata d’aiuto.
Tendi la tua mano… and stay tuned!
In occasione della 𝙄𝙑 𝙂𝙞𝙤𝙧𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙈𝙤𝙣𝙙𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙞 𝙋𝙤𝙫𝙚𝙧𝙞, Papa Francesco ci invita a tendere la mano al povero.
Ci invita a guardare le mani di chi in questi mesi di pandemia ha saputo tendersi verso l’altro e prendere le distanze da quelle rimaste in tasca per indifferenza o magari tese, sì, ma verso altri scopi, di profitto e di prepotenza. Ci invita ad assumerci le nostre responsabilità per dare un contributo che vada oltre questa giornata.
C’è chi di questa esortazione ne ha fatto uno stile di vita come la Caritas, che con il suo operato tende la mano anche alla più piccola realtà del territorio, accompagnando le comunità in un sostegno reciproco e mettendo a disposizione una rete di servizi specifici svolti ogni giorno operatori e volontari. Ma come?
Tre domande rivolte al Presidente della Caritas Diocesana
– Al di là del ruolo istituzionale, cosa ti spinge a metterti al servizio degli altri?
La risposta alla Chiamata di Gesù che tutti i giorni m’interpella in tanti modi, volti, linguaggi, avvenimenti. Rispondere e Servire per me sono tenute insieme dalla presenza di Cristo. Quindi, la vera forza nella tensione a vivere la giornata come servizio è un dono di Cristo.
– Spesso hai teso la mano per aiutare il prossimo. È mai capitato che fosse il prossimo a tenderti la mano? In che modo?
Potrei sintetizzare che il percorso della mia vita sino ad ora è l’esito di tante mani tese, visibili e invisibili. Lo stesso servizio pastorale non potrei portarlo avanti se non ci fossero tante mani tese.
La mano di chi prega per me; penso alle tante persone che mi sostengono nella comunione dei santi: la Messa, il lavoro offerto, il sacrificio e la sofferenza. Sembrano cose astratte, ma sono molto vere, reali e concrete. Quando saluto i fedeli tante volte mi sento dire: la mattina tra le varie persone per cui prego lei c’è sempre, tutti i giorni; sto offrendo la mia vita per lei. Questo è ossigeno!! La stessa dimensione più materiale della mia vita non è una paga, è un dono. Poi vi sono tanti episodi che appartengono alla sfera più riservata nei quali ho sperimentato il prossimo che tende la mano.
– Immaginando di incontrare un giovane al quale devi riassumere il messaggio di Papa Francesco con una parola, quale sceglieresti, e perché?
La parola che sceglierei è 𝑪𝑼𝑹𝑨: direi ai giovani di provare a riscoprire l’importanza del prendersi cura, dell’avere cura del prossimo.
Tre domande rivolte al Direttore della Caritas Diocesana
– Al di là del ruolo istituzionale, cosa ti spinge a metterti al servizio degli altri?
È il desiderio di cercare Dio nei fratelli più piccoli, di scorgerlo dietro volti e vite che apparentemente non manifestano la sua presenza ma che invece mi permettono di riconoscerlo bisognoso delle mie attenzioni, del mio amore. Ed è proprio per questo motivo che nel momento in cui “tendo la mia mano al povero” in realtà sono preso per mano da Dio.
– Spesso hai teso la mano per aiutare il prossimo. È mai capitato che fosse il prossimo a tenderti la mano? In che modo?
In questo incrocio di mani tese il donare diventa un ricevere. La richiesta di aiuto nasconde sempre profonde ferite e più ci si china a curarle più si prende coscienza che l’intera umanità ha necessità di Dio, l’unico che da il vero senso alla vita e questo lo capisco solo se ho il coraggio di guardare negli occhi mio fratello e tendere a lui la mia mano entrando così in profonda relazione.
– Immaginando di incontrare un giovane al quale devi riassumere il messaggio di Papa Francesco con una parola, quale parola sceglieresti, e perché?
Al giovane voglio dire “tendi la mano al povero dunque è un invito alla
responsabilità come impegno diretto” perché ogni giovane possa scoprire
la grande fatica e la splendida bellezza di essere in trincea nel
mettersi al servizio dei piccoli e degli ultimi e non rassegnarsi mai
davanti alle ingiustizie.