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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 5 luglio

Commento al Vangelo di Matteo 11,25-30
 
IL MISTERO DI DIO RIVELATO AI PICCOLI
 
Dopo il discorso apostolico, in questa domenica ci viene presentato Gesù che, in un momento di particolare prova per il rifiuto e la non accoglienza del suo messaggio, fa sgorgare dal suo cuore un inno di lode al Padre, a Colui che ha nascosto i misteri del suo regno ai sapienti e li ha rivelati ai piccoli. Gesù si rivolge a Dio chiamandolo Padre, e lo loda perché ha rivelato la sua presenza ai piccoli, a coloro che non vantano meriti, negandolo a coloro che si ritenevano meritevoli di tutto. Paradossalmente la presenza e l’opera del Signore viene comunicata, rivelata ai semplici e non ai potenti e a coloro che bastano a se stessi. Gesù rivela il mistero della sua vita e del suo rapporto con il Padre. Gesù rivela se stesso:” Tutto mi è stato dato dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. Questo è il contenuto del mistero del regno, e questo è il messaggio da testimoniare ai fratelli. Ecco che Gesù rivolge il suo invito a coloro che sono stanchi e oppressi, perché sono coloro che lo ascolteranno e lo accoglieranno con gioia. La categoria delle persone semplici, povere, deboli, bisognose di qualcosa, sono gli interlocutori speciali di Gesù. Di fronte ai sapienti e intelligenti che non comprendono nulla del mistero di Gesù e lo rifiutano, compaiono i “piccoli” che comprendono. Dio si rivela nel Figlio, che, nel mistero dell’Incarnazione, assume la fragilità della nostra natura umana, eccetto il peccato, e il Figlio si rivela all’uomo che vive la dimensione della povertà e della fragilità umana. Il cammino del credente non è filosofia o uno studio da attuare, ma è l’incontro con Gesù che si fa come noi e parla alla nostra umanità segnata dal limite e dal peccato, perché anche noi possiamo essere segno per i nostri fratelli. Accogliamo l’invito della liturgia di oggi: riconoscere in Gesù il Signore della vita, colui che, quando siamo affaticati e oppressi, ci invita ad andare a Lui e a  rendere il suo giogo. Lui custodisce e conduce la nostra vita. Come Chiesa, come comunità cristiana e come singoli battezzati, siamo invitati a prenderci cura dei nostri fratelli più piccoli e deboli, e a testimoniare loro l’amore incondizionato del Signore, che misteriosamente guida il cammino di ogni uomo. La testimonianza della carità diviene un impegno imprescindibile per ciascuno. Chiediamo al Signore la grazie di riconoscerlo nel volto di ogni fratello e sorella oppressi dalla fatica della umanità, per consegnare un futuro di speranza.
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