Commento al Vangelo di Matteo 10,37-42
LA TESTIMONIANZA RADICALE DELLA NOSTRA FEDE
Nelle ultime domeniche stiamo ascoltando il “Discorso Missionario” di Gesù, che invia i suoi discepoli affidando loro la missione di annunziare ovunque il Vangelo. Ogni chiamata, ogni missione porta con sé la possibilità dell’accoglienza ma anche quella del rifiuto o addirittura della persecuzione. Per affrontare tali situazioni, i discepoli sono fortemente invitati ad una scelta radicale per Gesù, dando a Lui il primo posto nella propria vita, e posponendo tutto il resto alle esigenze del regno di Dio. Il brano di questa domenica chiude il “discorso Missionario” chiedendo ai discepoli la capacità di annunciare senza paura e con coraggio il Vangelo, ponendo la loro fiducia unicamente in Dio. Di fronte all’esigenza dell’annunzio e della missione, tutte le nostre esigenze di vita, a partire dagli affetti familiari. Il discepolo vive dell’amore di Dio che chiede ogni giorno la donazione totale di se stessi sino alla testimonianza più estrema del “martirio”. Tale testimonianza chiede scelte quotidiane, sacrifici, tagli, rinunce; chiede davvero di “prendere la croce” per seguire Gesù. La vita del discepolo vive unicamente dell’amore di Dio e della forza della chiamata che si rinnova ogni giorno, e se l’amore di Dio è eterno e perfetto, così la scelta del discepolo deve essere radicale e decisa, senza tentennamenti e paure, senza ripensamenti o mezzi termini. Il Signore offre tutto se stesso per noi, e ci chiede tutto: questo è il cammino della sequela. Se ogni scelta e ogni azione è vissuta alla luce del Vangelo, allora la scelta fondamentale per Dio, si rivela anche nelle piccole e semplici azioni di ogni giorno, che assumono così la capacità di comunicare, trasmettere e contagiare la nostra fede. Anche un bicchiere di acqua dato nel nome di Gesù diventa un gesto capace di annunziare un amore che ci ricolma e ci sovrasta e che è capace di dare nuovo significato e nuova freschezza alla nostra vita. Cosa chiede a noi questa pagina del Vangelo? Innanzitutto la consapevolezza della chiamata. Siamo chiamati dal Signore ad accogliere il Suo amore e a donarlo ai nostri fratelli. Inoltre la forza della chiamata ci spinge interiormente a rinnovare scelte quotidiane per essere segno della presenza di Dio tra gli uomini. Infine, ogni gesto, attenzione di vicinanza e prossimità ai nostri fratelli, diventa testimonianza di fede. La testimonianza della carità nelle nostre comunità e nei nostri territori, diventa segno concreto del nostro riconoscere, amare e testimoniare l’amore di Dio e del nostro essere discepoli del Signore.
Fr. Giuseppe Piga