Commento al Vangelo di Giovanni 20,1-9
CRISTO E’ RISORTO E NOI SIAMO TESTIMONI
Siamo giunti alla Pasqua dopo aver seguito Gesù nel cammino quaresimale, e nei suoi ultimi giorni di vita, da Gerusalemme al Cenacolo, e dall’Orto degli ulivi al Calvario. Il racconto della resurrezione ci presenta le donne che si recano al sepolcro, quando ancora è buio. L’attesa impaziente della notte, e il cuore preso dall’angoscia, da pensieri, ricordi e trepidazione, le porta a dirigersi verso il sepolcro per realizzare il desiderio di stare alla tomba del Maestro. Ma l’esperienzadiventa unica, inedita: la pietra posta dinanzi al sepolcro, è stata rotolata via, e il sepolcro è vuoto! Lo stupore rapisce cuore e mente, e la necessità interiore di correre a dare l’annuncio a Pietro, e poi la corsa di Pietro e Giovanni, che giungono al sepolcro e si rendono conto di persona del fatto raccontato dalle donne. Giovanni arriva per primo, ma non entra e lascia la possibilità di entrare per primo a Pietro, che aveva ricevuto da Gesù il mandato di “pascere” il gregge, e ora diventa garante del messaggio della Resurrezione di Cristo. La Pasqua è motivo per rafforzare la fede nella resurrezione: questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore. Amen. La Chiesa è invitata a gioire, a cantare l’Alleluia pasquale, e a comunicare e contagiare la gioia immensa della resurrezione. Il mondo di oggi vive nel buio, e corre verso qualcosa spesso indefinito o effimero. Guardiamo oggi i sepolcri del mondo, degli uomini, della storia, tutte quelle situazioni di peccato personale e comunitario e sociale, sofferenza, morte, fame, solitudine, povertà, guerra, calamità naturali, sfruttamento che l’umanità vive.Anche la attuale pandemia che il mondo sta vivendo, è uno sperimentare la finitezza della nostra esistenza, la fatica nel procedere, la povertà, la solitudine e la desolazione insieme all’impotenza. Ma rimane in noi il desiderio profondo di vedere oltre e sperimentare la risoluzione di tutto. Una Pasqua speciale, unica, una Pasqua domestica, laddove la dimensione della nostra fede chiede di guardare e rileggere in modo nuovo ogni cosa e ogni esperienza di Dio. La nostra fede è messa alla prova ogni giorno, dinanzi alle situazioni esterne, ma anche a quelle interiori. La fede si presenta come una continua sfida a non stare chiusi nel nostro mondo ma ad uscire, a raccontare, a dire con la vita e con il servizio agli altri, che Gesù è risorto. “Vide e credette”: La fede è un dono ricevuto, da coltivare, far crescere perché porti frutto. Essa è per il discepolo di Gesù, una responsabilità, un modo per consegnare al mondo una nuova speranza. Da essa scaturisce l’esigenza del servizio come esercizio di testimonianza. La solidarietà che esercitiamo in questo difficile tempo di prova, è un segno di speranza e di Resurrezione per tanti fratelli e sorelle sofferenti, poveri e soli. Una fede capace di trasformare il nostro cuore, la vita e giungere a cambiare anche il cuore e la vita dei nostri fratelli esattamente come un vero e proprio contagio. La Luce e la gioia del Risorto trasformino il nostro cuore e ci rendano testimoni veri della resurrezione. Buona Pasqua.
P. Giuseppe Piga