Ultimi giorni del progetto realizzato dal Centro d’ascolto con i fondi dell’8xmille
Volge ormai al termine il progetto “Mediazione e Accompagnamento per l’immigrato e la comunità”realizzato dal Centro di Ascolto Immigrazione della Caritas di Sassari con i fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica.La precedente esperienza con il progetto “Rifugiato a casa mia”aveva evidenziato un aspetto molto importante: il problema dei migranti e dei profughi non è solo un problema politico o sociologico, o qualcosa di cui si deve far carico l’Ente Locale possibilmente tenendo conto del nostro bisogno di “vivere tranquilli”e senza turbamenti nel momento in cui passiamo per le strade della città; l’immigrazione è uno di quegli eventi della storia del nostro tempo che ci interpella tutti, che interroga anche le nostre coscienze, il nostro essere cristiani, il nostro modo di tradurre in opere e verità la parola del Vangelo. Condividere,animare, diffondere una nuova cultura dell’incontro, della pratica dell’accoglienza, prendere coscienza della responsabilità che sempre abbiamo gli uni verso gli altri.Da questo nasce il progetto“Mediazione e accompagnamento”:l’affiancamento del migrante che, solo, non riesce ad affrontare le complessità della sua nuova condizione ed anche la mediazione con tutti i rappresentanti dei vari settori per un lavoro di rete consapevole e mirato sia al ben essere del migrante che all’animazione degli altri attori dell’integrazione.Per facilitare la metodologia d’intervento il progetto ha operato su due livelli specifici:il primo obiettivo preposto è la salvaguardia di coloro che non riescono a sopperire alle necessità primarie, che hanno gravi problemi di comunicazione,sono spesso privi di mezzi di sussistenza, non riescono a comprendere le modalità previste dalle disposizioni di legge per la regolarizzazione della loro presenza nel nostro paese,sono disorientati e necessitano di un accompagnamento all’interno dei diversi servizi istituzionali e perfino di un “ponte” all’interno degli stessi servizi Caritas(mensa, ostello, centro servizi,centro diurno etc).Il secondo obiettivo prevede il completamento del percorso di integrazione in persone che hanno comunque delle risorse proprie (titolo di studio conseguito al paese, conoscenza base della lingua italiana etc). Questa seconda fase prevede quindi la piena integrazione nel tessuto sociale attraverso l’orientamento scolastico, la formazione professionale, l’inserimento nel mondo del lavoro e nel contesto delle aggregazioni sociali. Particolare attenzione è stata data alle famiglie e alla presenza di minori. Obiettivo trasversale del progetto è stato il coinvolgimento e la formazione attraverso le attività ed il lavoro di rete sia degli operatori dei diversi servizi che delle comunità di accoglienza.Ma veniamo ai risultati concreti:per l’obiettivo 1 sono stati assistiti ed accompagnati 20 migranti, 13 sono gli iscritti al corso di lingua italiana, 2 alla scuola media, 1 ipovedente al corso di informatica in Braille,8 iscritti al corso di formazione teorico pratico, con successivo inserimento al lavoro, in agricoltura.Tutti sono stati seguiti nei percorsi di regolarizzazione del loro soggiorno in Italia. Di loro 11 usufruiscono del servizio mensa della Caritas e 4 sono stati avviati al “centro servizi”Caritas per ritirare il pacco viveri ed abbigliamento.Per l’obiettivo 2: assistiti ed accompagnati nel percorso di integrazione 14 migranti; tutti sono stati seguiti nel percorso di permesso di soggiorno e di iscrizioni sanitarie ed anagrafiche;3 sono stati iscritti alla scuola media, 1 aiutata nel percorso di studi universitari, 13 iscritti come apprendisti per: aiuto cuoco, pizzaiolo, pasticcere, reception in Albergo, parrucchiera donna, barbiere/parrucchiere uomo. Tre delle donne, senza fissa dimora ed una di loro con un figlio a carico, ospitate presso la casa vincenziana “Casa Elena”, sono state aiutate nella ricerca della casa e, con la collaborazione dei servizi sociali,hanno ottenuto il contributo per poter pagare l’affitto.Per tutti sono state coperte le spese di iscrizione ai corsi, materiale didattico, trasporti, spese relative a tasse e bolli necessari per permessi di soggiorno e di carta di viaggio per i profughi(documento che sostituisce il passaporto). Nelle scuole dove sono inseriti bambini non italiani si sono svolte attività di mediazione,interculturali, di gioco e festosa condivisione per apprendere insieme il significato di pacifica convivenza, rispetto dell’altro e accoglienza.