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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Emergenza Corno d’Africa: l’impegno di Caritas Italiana per la popolazione colpita dalla crisi alimentare nel Corno d’Africa nel 2011.

…date loro voi stessi da mangiare … “ (Mt. 14,16)

Il contesto:

Dall’autunno 2010 sono iniziati i primi segnali di una crisi alimentare che si è andata aggravando sino alla sua esplosione nell’estate e nell’autunno 2011. Una siccità, tra le più gravi degli ultimi 60 anni, unitamente a fattori cronici come conflitti localizzati, povertà strutturale, e fluttuazione dei prezzi dei beni alimentari,ha colpito oltre 14 milioni di persone provocando centinaia di migliaia di profughi e di sfollati nell’Africa Orientale.I paesi colpiti sono stati Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti e in misura minore altri paesi dell’area come Sudan e Sud Sudan.La crisi è stata aggravata dal ritardo degli aiuti e della comunità internazionale che si è mobilitata in modo significativo solo dopo luglio 2011. Benché l’arrivo delle piogge, a metà novembre 2011, abbia accresciutola disponibilità d’acqua in molte aree del Corno d’Africa, in alcune zone l’aridità del terreno era tale da non poter assorbire le piogge, di conseguenza si sono verificati effetti disastrosi come allagamenti e diffusione di malattie. L’ultimo raccolto del 2011 è stato molto scarso o completamente fallimentare così come la successiva stagione delle piogge, che ha lasciato la maggior parte delle famiglie senza acqua potabile, aggravandola moria dei capi di bestiame e innalzando ulteriormente il prezzo dei beni alimentari.Inoltre il prolungarsi della crisi ha aggravato i conflitti locali armati esistenti nella zona, peggiorando la situazione sociale e provocando oltre alla perdita di vite umane, anche la chiusura delle scuole e la distruzione di molte attività generatrici di reddito, sostentamento per le famiglie.

Di sotto l’articolo completo:

Dossier Corno d’Africa 2013

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