Mons. Tomasi: "Coinvolte oltre un miliardo di persone"
Il fenomeno delle migrazioni richiede l’inizio di un dialogo tra le civiltà. Questa è stata una delle conclusioni del convegno “Dialogo interculturale e migrazioni” che si è svolto ieri alla Pontificia Università Lateranense, con la partecipazione, tra gli altri, di mons. Silvano Maria Tomasi, rappresentante permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
“Favorire l’idea di un diritto internazionale capace di operare una riconciliazione”: con questo auspicio il rettore dell’Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo ha aperto il convegno. “La mobilità umana – ha ricordato ancora mons. Dal Covolo – riguarda persone, che attendono atteggiamenti solidali e capacità di accoglienza secondo giustizia”. Grande attenzione è andata al ruolo giocato dalla globalizzazione nei fenomeni migratori, un argomento su cui si è soffermato in particolare il direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’ambasciatore William Lacy Swing:
"We live in an era of unprecedented human mobility: there are more …
Viviamo in un’era di mobilità umana senza precedenti: più che in ogni altra epoca della storia, ci sono tantissime persone in movimento, persone che attraversano i confini o si spostano anche soltanto all’interno dei loro stessi Paesi. Il secondo punto è che purtroppo in molti Paesi c’è stata una reazione al contrario, che quindi ha reso difficile gli spostamenti, sostanzialmente a causa della crisi finanziaria globale, delle misure anti-terrorismo originate dagli attentati dell’11 settembre e poi anche a causa delle difficoltà create dalla disoccupazione giovanile."
È quindi essenziale, ha proseguito l’ambasciatore, dialogare e incidere sull’opinione pubblica per mostrare che nella storia le migrazioni sono state un fenomeno positivo. Nel confrontarsi con esso, la Chiesa ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale. Così lo ha descritto l’ambasciatore Swing:
"The Church has a very significant role to play: they are very good partners …
La Chiesa ha un ruolo molto importante; è un partner significativo per tutti noi che lavoriamo nel campo delle migrazioni. Prima di tutto porta un messaggio positivo, e cioè che dobbiamo aiutare le migrazioni, ma al tempo stesso afferma la necessità di opporsi al traffico delle persone, e cerca anche di proteggere le vittime del traffico, dando loro tutela e assistenza, e così via…"
Questo elemento è stato sottolineato anche da mons. Silvano Tomasi:
“Molte comunità religiose e altre organizzazioni cattoliche si sono impegnate e si stanno impegnando continuamente a riscattare specialmente le donne e i bambini che sono oggetto della tratta di persone provvedendo spazi dove possono essere accolti. Poi la sensibilizzazione dell’opinione pubblica che viene fatta continuamente dalla Chiesa aiuta i governi a provvedere misure che possano prevenire questo problema che anche dal punto di vista economico è un affare che viene subito dopo la questione degli armamenti”.
Come è stato ricordato durante il convegno, anche Papa Francesco ha più vote richiamato l’attenzione su questi temi, definendo in particolare la tratta degli esseri umani “la schiavitù più estesa” in questo secolo. Ascoltiamo ancora mons. Tomasi:
“Il Santo Padre Francesco ha espresso già questa sua sensibilità verso questa categoria enorme di persone: parliamo di più di un miliardo di persone tra migranti e rifugiati migranti interni, persone vittime della tratta,. Quindi, è un settore strategico della pastorale della Chiesa che deve essere sostenuto e che l’azione e la sensibilità umana e cristiana del Santo Padre rafforzerà”.
Tratto da www.news.va