Incontro a Tissi
Ultimamente, nonostante riguardo l’ immigrazione non si “discuta” quanto in periodo di campagna elettorale, i toni restano alti e probabilmente ci troveremo a vivere una società sempre più multietnica con un occhio sempre più conservatore e xenofobo. La provincia di Sassari da questo punto di vista è sempre sembrata più “tranquilla” e “accogliente” verso gli stranieri, sia perché spesso solo meta di passaggio, sia perché la Sardegna è abituata ad avere stranieri in casa o sia per mille altri motivi; nonostante ciò la televisione arriva anche qui e come nel resto d’ Italia è il metodo più veloce, più facile e più comodo per essere “informati”, con tutto ciò che ne consegue.
Non molto tempo fa sentii dire che se avessi voluto fare qualcosa di concreto per il mio territorio, la prima cosa da fare, nonché più importante, sarebbe stata difenderlo.
È importante l’ incontro organizzato a Tissi dai ragazzi della Consulta Giovanile, è necessario probabilmente perché la conoscenza è l’arma più importante per combattere una xenofobia e un razzismo che continuano ad espandersi e di cui l’ ignoranza è il conduttore più efficace, quello ci fa parlare del “Problema Immigrazione”, della migrazione come sbarco, dello straniero come clandestino e perciò criminale. È importante ascoltare Luisa Ara e Francesca Arru, operatrici del Centro di Ascolto Immigrazione, Tratta e Asilo, che conoscono da vicino e vivono la realtà dell’ immigrazione e sanno spiegarci la differenza tra ciò che ci fanno sapere giornali e televisioni ogni giorno e ciò che invece realmente succede, così come non si può ovviamente prescindere dal parlare con i protagonisti di questo tanto discusso “Problema” che è l’ immigrazione, e le storie di Jonathan e Mahbubur sono tanto diverse da ricordarci che nonostante si continui a parlare de “I Clandestini” e a sciorinare numeri in realtà si sta parlando di persone, di storie e spesso di mondi completamente diversi e che spesso generalizzare,in effetti, è più comodo. È importante non scordarsi che se è vero che in Italia vi sono 4 milioni di immigrati, altrettanti sono gli emigrati e la testimonianza di Silvia Pintus, oggi insegnante del Liceo Scientifico ma in passato immigrata in Svizzera ci racconta la storia di un’ emigrazione che noi tendiamo sempre di più ad archiviare come “passato” ma che invece è sempre presente. Impossibile non parlare del gruppo di percussionisti composto da italiani e senegalesi e non vedere grazie a loro che l’ integrazione può avvenire mediante le forme più varie e che in fondo se vogliamo ostinarci a vedere l’ immigrazione come un problema, anche in quel caso dovremmo accorgerci che l’apertura all’altro e alle “ricchezze dell’Alterità” è la soluzione più facile.